Al giorno d’oggi porre attenzione al ciclo di vita di un prodotto è fondamentale se non si vuole continuare ad ignorare in maniera miope le istanze climatiche, sociali e ambientali.
Ridurre al minimo gli sprechi e ripensare la produzione di oggetti seguendo i principi dell’economia circolare, dove, come nel ciclo vitale naturale, ogni fine è un nuovo inizio sono i principi base del design sostenibile.
Adottare questo approccio vuol dire progettare prendendo in considerazione l’intero processo produttivo, i metodi di trasporto e distribuzione, il contesto nel quale verrà inserito e utilizzato al fine di ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente. Ogni giorno dovremmo pensare (anche su piccola scala) ad adottare comportamenti e azioni che possano seguire questa filosofia, sia nel design che nella vita privata, anche come consumatori consapevoli.
Achieve more with less
Come sostiene la designer Sophie Thomas nel suo progetto The Great Ricovery, dobbiamo cercare di riutilizzare l’esistente per creare qualcosa di nuovo rispettando l’ambiente. Secondo la designer abbiamo bisogno passare a sistemi di economia più circolari e il design sostenibile è fondamentale in questa transizione. Designer ed esperti di materiali, produttori, imprenditori, manager, marchi e rivenditori, consumatori, investitori, artigiani e accademici dovrebbero trovare un punto d’incontro per sviluppare in maniera interdisciplinare nuove soluzioni ecosostenibili.
Frush design tiene molto a queste pratiche di sostenibilità e ne condivide i valori. Ripensiamo, risparmiamo, riutilizziamo, investiamo localmente e diffondiamo questa filosofia per ridurre al minimo gli sprechi.
Vi lasciamo alcuni consigli per seguire una pratica di design sostenibile.

- Prodotto durevole: la scelta dei materiali, la cura dei dettagli e delle finiture garantiscono la durata nel tempo dei prodotti e riducono i costi di riparazione e manutenzione.
- Packaging intelligente: trovate soluzioni creative per il packaging che permettano di ridurre la quantità di materiale impiegato. Pensate gli imballaggi in modo tale che si possano trasformare in qualcos’altro. Usate materiali riciclati e riciclabili. Adottare questo approccio, in particolare su larga scala, porta a ridurre l’uso di catene logistiche e di produzione diffondendo meno anidride carbonica nell’atmosfera e riducendo l’impatto ambientale.
Nel packaging si sono adottate negli anni diverse soluzioni ecosostenibili lontane ormai dal concetto “usa e getta”. Dalle confezioni create con la paglia, al packaging commestibile in zucchero per il settore alimentare, dal packaging idrosolubile per l’industria cosmetica (Disappearing packaging) al packaging riutilizzabile (“usa e pianta”) in cui una confezione alimentare si trasforma in una ciotola per coltivare erbe aromatiche oppure contiene un seme da piantare.
Quali materiali utilizzare per un design sostenibile?

Gli inchiostri: è meglio utilizzare inchiostri a base di oli vegetali che riducono drasticamente i Cov (composti organici volatili) e permettono maggiore facilità nel riciclo dei prodotti stampati.
Consigliati sono anche gli inchiostri a base di amido di mais. Questa sostanza è particolarmente efficiente nel rendere più resistente l’inchiostro all’acqua e nel migliorare alcune proprietà del colore.
Evitate gli inchiostri a base di petrolio perché inquinanti e non riciclabili. Per quanto riguarda gli UV Inks non esagerate. Anche questi, sebbene meno inquinanti, non provengono da fonti di energia rinnovabile.

La carta: scegliete della carta ECF (carta senza cloro) per ridurre l’inquinamento. Il cloro usato per sbiancare è dannoso per la salute dell’uomo e degli animali. Prediligete cartiere che utilizzino energie rinnovabili o carta derivata da fibre secondarie come le treeless papers o le fibre vergini quali canapa o bamboo oppure kenaf e banano. La scelta di queste carte contribuisce ad evitare la deforestazione. Consigliata è anche la carta Post-Consumer Waste (PCW), ovvero la carta 100% riciclata. Esistono poi carte realizzate con gli scarti di lavorazione alimentare oppure della pelle o delle industrie tessili. Hanno caratteristiche materiche molto particolari e qualità che rendono gli stampati più interessanti e piacevoli al tatto.

Plastiche: Evitate il PVC, è un materiale durevole che se disperso nell’ambiente può sopravvivere migliaia di anni. Anche il polistirolo non è una scelta ecosostenibile, poiché si frantuma facilmente i parti molto piccole, difficili da smaltire. Ne esiste una versione compostabile realizzata con una plastica biodegradabile. Si ottiene da colture alimentari come amido di mais, tapioca, patate e grano, ed è adatta anche ad usi alimentari. Alcune bioplastiche vengono ottenute anche dalle bucce di arancia: accade con OrangeBi, la bioplastica dell’italiana Ginevra Taccola. Questa plastica si degrada in 4 giorni e fertilizza, mentre nell’acqua sparisce in 25 ore. Se correttamente smaltiti questi materiali diventeranno parte del compost creato dagli impianti di compostaggio industriale, tra cui concime fertilizzante per l’agricoltura.
Ma c’è di più. Dal prossimo 3 luglio L’Unione Europea dirà addio alla plastica monouso. Entrerà in vigore la direttiva europea Sup (Single use plastic) in tutti i paesi membri che porterà al divieto dell’utilizzo di posate, piatti, cotton fioc, cannucce, tazze, bicchieri e imballaggi in materie plastiche, e anche bicchieri e tazze di carta che presentino anche un solo strato di plastica. La disposizione, approvata nel 2019, mira a ridurre la mole di rifiuti di almeno il 50% entro il 2025 e dell’80% entro il 2030.
Diffondere le pratiche di design sostenibile e educare le giovani generazioni a questo approccio è importante. Ove possibile lavorate con chi condivide questi principi e sensibilizzate i clienti verso le tematiche della sostenibilità. Cercate di seguire sempre la regola delle 5 “R”: Rinnova, Rispetta, Riduci, Riusa, Recupera.